L’arte rubata riappare dalla sabbia vulcanica di Valerie: e al Maio di Cassina, alle porte di Milano, riparte il progetto del museo dei capolavori perduti
Dopo il periodo di riposo dovuto alla pandemia, il Maio (Museo dell’arte in ostaggio e delle grafiche visionarie), sorto nel 2015 a Cassina de’ Pecchi, alle porte di Milano, con l’intento di ricordare agli italiani le opere d’arte razziate principalmente dai nazisti durante l’ultimo conflitto mondiale e ancora “prigioniere di guerra”, è tornato a ospitare artisti di levatura internazionale. È stata la volta di Valérie Rauchbach, parigina, “artista della sabbia” e anche scrittrice e docente all’Ecole Nationale Supérieure d’Architecture Paris-Val de Seine, rimasta colpita dalla visita al piccolo ma suggestivo museo della memoria (visita guidata dall’ideatore del Maio, Salvatore Giannella: foto in apertura) fatta due anni fa. La scultrice francese ha voluto portare nel torrione seicentesco di via Trieste, nella corte Pacchioni e Rotondi, la sua personale mostra “Rinascere”.
La Valérie ha esposto opere ispirate ai capolavori trafugati, realizzate con la tecnica della “sabbia nera” dei vulcani che l’ha resa famosa nel mondo. Fra le “riletture” ha colpito i visitatori quella del Fauno ridente, prima scultura di Michelangelo, rubata dai nazisti della 305° divisione di fanteria nella notte tra il 22 e 23 agosto 1944 dal castello dei conti Guidi a Poppi (Arezzo). L’opera è considerata il simbolo delle 1.641 opere scomparse e capolista nell’elenco esposto nel Maio, in continuo aggiornamento.
Proprio per sottolineare il suo impegno a favore dell’arte perduta, Valérie ha voluto lasciare in comodato d’uso al Maio il suo Fauno ridente insieme al Ritratto di giovane donna di Lorenzo di Credi. Esse vanno a costituire l’iniziale innesco dell’arricchimento del Maio con un supplementare Museo dell’arte perduta e costituisce un esempio per gli altri artisti chiamati a esporre nel Torrione di via Trieste una propria opera ispirata dai capolavori scomparsi: a ricordare agli italiani che la loro identità, rimasta a lungo offuscata, non è del tutto perduta ma in attesa di essere riportata alla luce.
Fotogallery
Il torrione dove
si è rifugiata
l’arte scomparsa
Il Maio di Cassina
con gli occhi di Cinzia Bracco
A PROPOSITO
Valérie, l’artista della sabbia accolta con queste parole
Il manifesto comunale per la mostra della scultrice parigina
Settanta anni fa il mondo scoprì l’orrore assoluto che, come un potere odioso e furioso, si era impegnato a distruggere le esistenze e le culture che non erano di suo gradimento.
Distruggere vite e rubare opere d’arte erano due aspetti della follia egemonica. Alcuni dei tesori dell’umanità, che componevano la ricchezza culturale dell’Italia, sono quindi scomparsi per sempre.
Ma non proprio, perché sono sopravvissuti nei ricordi.
È con questo intento, quello di non far spegnere il ricordo, che Valérie Rauchbach torna al MAIO con la sua mostra personale, dando giustizia alle opere scomparse, non copiandole da fac-simili, ma mettendo al loro servizio il suo grande talento di artista internazionale, in una vera e propria ricreazione, con il suo sguardo e la sua tecnica contemporanea.
Rinomata per l’utilizzo di sabbia nera vulcanica, che riesce a rendere estremamente punteggiata di estrema brillantezza, condividerà al MAIO le sue emozioni silenziose. I visitatori avranno così la sensazione di ritrovare gli artisti e le loro opere trafugate, tra di loro Michelangelo, Di Credi, Raffaello… A queste si aggiunge il dipinto di Modigliani rubato nel 2010, per ricordare che la pittura italiana anche oggi resta vittima dell’osio.
Le opere di sabbia nera di Valérie Rauchbach faranno come riapparire le opere trafugate, così che tutti possano rivivere questi capolavori scomparsi, con l’intento di farli riemergere dall’oscurità, dove la barbarie voleva condurle.