Il nuovo schiaffo di Anagni: l’azienda farmaceutica se ne va dall’Italia per colpa della burocrazia

La multinazionale Catalent rinuncia all’investimento nella sede di Anagni, in provincia di Frosinone, a causa dei lunghi tempi burocratici e opta per il Regno Unito. Un ulteriore scontro tra crea e buro, una nube sul futuro dell’Italia da spazzare con decisione.

“Troppa burocrazia, troppe lungaggini… blocchiamo i nostri investimenti in Italia”. Una frase pronunciata spesso dagli investitori stranieri. Ed è successo ancora in questi giorni, ad Anagni, nel Lazio, la città medievale passata alla storia per lo schiaffo (o oltraggio) di Anagni, l’umiliazione inflitta al pontefice Bonifacio VIII il 7 settembre 1303. (La leggenda attribuisce a Giacomo Sciarra Colonna l’atto concreto di schiaffeggiare il papa).

La società multinazionale Catalent, la cui sede centrale è negli Stati Uniti, ha rinunciato alla costruzione di otto bioreattori nel suo stabilimento in provincia di Frosinone, per un investimento mancato pari a 100 milioni di euro. L’azienda farmaceutica ha preferito virare sul Regno Unito e in particolare nell’Oxfordshire, dove ha trovato procedure più semplici.

Un addio che non ha mancato di far discutere. In questa edizione del Telegiornale svizzero il servizio del corrispondente della RSI Claudio Bustaffa: