LA MEMORIA ATTUALE. MARCO POLO TORNA A FARE DA PONTE TRA ITALIA ED ESTREMO ORIENTE: NEL TERZO MILLENNIO LA CINA TORNA A ESSERCI VICINA

LA MEMORIA ATTUALE. MARCO POLO
TORNA A FARE DA PONTE
TRA ITALIA ED ESTREMO ORIENTE: NEL TERZO MILLENNIO
LA CINA TORNA A ESSERCI VICINA

testo di Salvatore Giannella / Oggi*

Opere teatrali, monumenti, persino un museo appena inaugurato. L’esploratore italiano è molto presente nell’immaginario della superpotenza orientale. E se dici Italia, a Pechino pensano ancora a lui.

Nel giorno di fine luglio in cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Pechino firma un piano triennale con il governo cinese, avviando una nuova fase di cooperazione tra i due Paesi, mi viene in mente il testo che pubblicai dalla Cina sei mesi fa, nel gennaio 2024, sul settimanale Oggi. Riletto in queste ore, assume una più interessante attualità. Eccolo. (s.g.)

Il personaggio di Marco Polo ha un ruolo fondamentale  nell’immaginario cinese, forse più che in Italia. La sua leggenda viene tramandata da generazione in generazione tanto da farne l’italiano più famoso in questa parte del mondo, conosciuto dai più anziani ai giovanissimi, come Cherryl Liu, 13 anni, che ricorda laconicamente un dettaglio sfuggito ai più: “In tv aveva capelli bellissimi”.

L’esploratore veneziano viene esaltato da libri, film, serie televisive e rappresentazioni teatrali. Ha fatto storia l’Opera coreografica Marco Polo creata dal Grande teatro nazionale di Pechino (in tournée anche in Italia) ottenuta mettendo insieme le risorse artistiche interne (ideatore Zhao Daming, regista Chen Weiya) e anche straniere. Vi si racconta il sogno di un giovane della società moderna catapultato nella Cina antica.

Marco Polo come lo vedono i visitatori di Palazzo Doria-Tursi, a Genova. L'esploratore veneziano (1254-1324) al rientro in Italia fu fatto prigioniero dei genovesi dal 1296 al 1299: dettò al suo compagno di prigione Rustichello da Pisa le memorie dei suoi viaggi compiuti con il padre Niccolò e lo zio paterno Matteo attraverso la Via della Seta. L'opera letteraria che ne scaturì, Il Milione, resta una vera e propria enciclopedia geografica che riunisce le conoscenze essenziali sull'Asia in Europa alla fine del XIII secolo.

Un ponte storico. Il viaggiatore moderno (da dicembre 2023, e per un anno, la Cina non richiede più il visto per gli italiani) incontra tracce di Marco Polo in luoghi diversi. Il più famoso è presso Pechino: è il ponte a una dozzina di arcate battezzato Ponte di Marco Polo (foto in apertura, da Wikipedia), citato anche nei libri di storia perché qui, nel 1937, soldati cinesi spararono su militari del Giappone, scatenando la seconda guerra sino – giapponese.

Statue e parchi. La metropoli che ha fatto dell’italiano la base della sua identità culturale è Hangzhou, capoluogo della provincia di Zhejiang. Qui Marco Polo avrebbe soggiornato dal 1292 al 1294 e lavorato per conto dell’imperatore cinese. Nel 2023 vi è stao aperto il Memoriale di Marco Polo, un museo a lui dedicato con le riproduzioni dei documenti ustoditi a Venezia e donate alla città dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana-Treccani, dall’Università Ca’ Foscari e dall’Archivio di Stato di Venezia. Sono in parte gli stessi documenti che, in originale, saranno esposti nel Palazzo Ducale della città lagunare, in primavera, per la mostra che accompagna le celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Polo. Ma anche Hangzhou, 11 milioni di abitanti, ne mantiene il ricordo. Nel parco pubblico, che si affaccia sul West Lake, sorge una statua a lui dedicata. Alla base una targa con le parole dedicate da Polo alla cittò “più bella e più splendida del mondo”.  E altre statue sorgono in altre città, come Zhangye, nella provincia di Gansu.

La statua di Marco Polo nel parco pubblico di Hangzhou, sulla riva del West Lake.

I Marco Polo del 21° secolo. L’ impresa del veneziano non è solo oggetto di memoria. I cinesi guardano ora ai Marco Polo del terzo millennio. “Noi cinesi abbiamo bisogno di persone come Marco Polo oggi più che mai“, spiega Zhao Siyuan, giornalista di Pechino.  Persone, chiarisce Siyuan in un editoriale sul China Daily, che hanno il coraggio di confrontarsi con un mondo diverso, disposte a condividere ciò che hanno visto, a superare i pregiudizi.

Per elogiare queste persone speciali, il sito web di China Daily ha lanciato i primi video dedicati a italiani che hanno percorso una lunga strada (11 ore di aereo, contro i tre anni e mezzo di Marco) per scoprire la Cina moderna. “A differenza dell’italiano di ieri, che non potè impressionare molto i cinesi dell’epoca per l’assenza di mezzi di comunicazione di massa, le testimonianze di questi Marco Polo del 21° secolo, pionieri del dialogo e degli scambi commerciali, saranno ascoltati e diffusi”.  I primi sono stati una influencer iscritta all’università di Pechino (Jasmine**), un artista sbarcato qui nel 2001 (Jacopo della Ragione***) e uno dei maggiori importatori di vino (Alessandro Magnano).

Ma la lista è destinata ad allungarsi, visto che nell’ultimo anno l’export dell’Italia verso Pechino si è triplicato (crescita record della domanda cinese di UDCA, farmaco per malattie del fegato, prodotto dall’Ice, Industria Chimica Emiliana). E specie se l’attenzione del sito si sposterà a quei 2.700 moderni Marco Polo trapiantati nelle regioni speciali: molti nomi e ritratti, di uomini e donne d’affari ma anche missionari, sono inclusi in un volume (500 anni di Italiani in Hong Kong e Macao, di Angelo Paratico, Gianni Criveller e Alessandra Schiavo, curato dal Consolato di Hong Kong ed edito in Italia da Francesco Brioschi): LINK: https://www.giannellachannel.info/hong-kong-comunita-italiana-storia/

Per citare le parole, insolitamente intrise di una vena poetica, del presidente Xi Jinping a Samarcanda, quando ha parlato per la prima volta di una Nuova Via della Seta: “I nostri Paesi sono lontani, ma le nostre anime sono vicine. E’ tempo di tornare a viaggiare”. E poi, a dicembre 2013, al Corriere della Sera: “Lo stile di vita e il modello industriale italiano che integra antico e moderno, classicità e innovazione, mi hanno profondamente colpito. Il popolo cinese è ansioso di unire le forze con gli amici italiani per coltivare insieme il terreno dei rapporti bilaterali e far sì che si possa giungere a una nuova e più ricca fioritura e che l’amicizia tra Cina e Italia possa rinnovarsi costantemente”.

Il viaggio nel segno di Marco Polo continua.

Yidali: si dice così Italia. Tre ideogrammi per dire “Italia”, così spiegati nel 1961 dal diplomatico Giuliano Bertaccioli: “dà”, significa grande; “lì” interesse, guadagno; per Yì ci sono diversi omofoni e quindi può dare l’idea di pensiero, giustizia.  In conclusione Yìdàlì può suonare come “il Paese che pensa al grande guadagno”, oppure “Paese che dall’essere giusto trae un grande guadagno”.

La definizione non si lega al solo Marco Polo: come luii molti mercanti veneziani e genovesi percorsero la Via della Seta lasciando nella memoria dei cinesi l’immagine di un popolo dedito al commercio. []

* Dal numero del settimanale Oggi, 3/2024.

** Link al video del China Daily su Jasmine:  https://www.facebook.com/watch/?v=384967967189429

*** Link al video per Della Ragione: http://www.chinadaily.com.cn/a/202310/16/WS652bed6ea31090682a5e89e0.html.

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